O poveri soldati

O poveri soldati,
finita è la cuccagna
e su per la montagna
c’è i quartieri.

Ci si sta volentieri
si beve l’acqua bona,
se furmina e se tuona
qui si sente.

Si dorme malamente
sopra d’un tavolone,
il povero groppone
va in fracasso.

Per capezzale un sasso
messoci sotto il capo,
e ce l’hanno portato
dall’Appennino.

Ci hanno proibito il vino,
sopra di questo monte
c’è solo un piccol fonte
d’acqua bona.

Non si vede persona
solo che d’un pastore
che con grande furore
bada agli armenti.

Si odono spesso i venti
combatter tra di loro,
e quello gli è il ristoro
dei soldati.

Poveri tribolati,
non sanno come fare
perché non hanno pane
da mangiare.

Vada ogni cosa in fumo,
capanne e capannini,
Modena e i suoi confini
a noi non preme.

Con Cutigliano assieme
e tutto l’Abetone,
e la cima del Cimone
di Fanano.

Viva il nostro sovrano,
sergenti e capitani
e tutti gli officiali
delle bande.

Ferdinandone grande
con la sua faccia oliva,
evviva Ferdinando
evviva evviva!